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VITA
DI SAN BENEDETTO |
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San
Benedetto nacque a Norcia attorno al 480,
da nobile famiglia. Fondò il monachesimo
occidentale, dando ordine e sistemazione
ad un'idea di vita che era tradotta in
modi dispersivi e talvolta difficili.
Fece i suoi studi a Roma, poi abbandonò
la città per rifugiarsi come eremita sui
monti di Enfide. Ricevette un invito per
dirigere una comunità di vicario, ma
rifiutò perché dopo nella valle dell'Aniene
(nei pressi di Subiaco) fondò una serie
di monasteri sui resti di templi pagani.
In questa zona fondò 12 monasteri che
furono centri attivi di carità,
operosità manuale, tecnica ed
intellettuale. L'ordine benedettino
divenne uno dei cardini di sviluppo della
società europea, bonificò le terre
andate in rovina con l'aiuto dei contadini
e riportò l'Europa ad un nuovo splendore.
Nel 529 circa, si trasferì a sud con un
gruppo di discepoli a lui fedeli ed eresse
un nuovo monastero nei pressi di
Montecassino, nel Lazio. A Cassino morì
intorno al 547 e nel 1964 Paolo VI lo
dichiarò patrono d'Europa. Il simbolo che
lo rappresenta è la rondine sotto il
tetto. |
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LA
REGOLA |
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La
"regola" si apre con immagini
derivate dalla disciplina militare: Cristo
è il vero re che bisogna servire.
La comunità dei monaci è una
organizzazione militare e corporativa, una
milizia di frati animata da uno spirito di
concordia amorevole e disciplinata.
L'abate è a capo del monastero ed ha un
potere effettivo che gli viene dall'essere
"vicario di Cristo" nel
monastero.
Tutti i monaci sono uguali davanti a lui
ed egli è l'unico arbitro tra tutti.
Tuttavia egli deve consultarsi o con il
consiglio degli anziani per gli affari di
una certa importanza o con il consiglio di
tutti i frati per quelli più gravi.
Da regole di carattere generale si passa
poi a regole più particolari sulla
disciplina vera e propria della comunità.
Tre sono le pratiche fondamentali alla
base della vita comunitaria:
1. la preghiera
2. la lettura dei testi sacri
3. il lavoro manuale
Tutto ciò si può riassumere nella famosa
massima "ORA ET LABORA".
I monaci dovevano rimanere nel monastero
per tutta la vita e, prima di entrarvi,
dovevano fare voto di obbedienza e
povertà, cioè dovevano rinunciare non
solo a tutti i loro beni, ma anche a ogni
forma di possesso. Il monaco era vestito
con un semplice saio e trascorreva la sua
giornata tra preghiera, lavoro e studio
dei testi sacri. |
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